Onorevoli Colleghi! - Il 23 ottobre 2003, nel corso della XIV legislatura, la Camera dei deputati, votando un emendamento soppressivo, ha impedito l'approvazione della proposta di legge, atto Camera n. 2444 a firma dell'onorevole Montecchi, volta a ridurre da tre anni a un anno il tempo trascorso dalla separazione dei coniugi necessario per proporre la successiva domanda di divorzio. La presente proposta di legge, mettendo a frutto l'impegno profuso su questa tematica negli scorsi anni, ripropone il testo allora respinto dalla Camera dei deputati, e se ne auspica la rapida approvazione, visto che appare più che mai urgente affrontare un problema che riguarda un'alta percentuale di persone, cui i tempi lunghissimi delle cause di separazione infliggono costi personali ed economici molto alti.
La disciplina del divorzio nel nostro Paese appare molto rigida rispetto alle effettive dinamiche sociali e culturali che il legislatore deve saggiamente accompagnare, senza la pretesa di imporre comportamenti né di intralciare oltre il dovuto e il necessario l'autonomia dei soggetti.
La realtà odierna ci dice che il termine di tre anni dall'inizio della separazione per lo scioglimento del matrimonio non serve in alcun modo come incentivo per la prosecuzione di esperienze di coppia ormai logorate, ma si risolve in un intralcio per la formalizzazione delle ulteriori scelte di vita che nel frattempo sono maturate. Anche una parte delle istanze che si riferiscono al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto sono legate a queste situazioni necessitate, in cui la convivenza di fatto non è una scelta, ma un comportamento obbligato determinato dalle rigidità delle norme vigenti. Per questo, pur mantenendo un periodo di tempo tra la separazione e lo scioglimento e il tentativo di conciliazione affidato al giudice, appare opportuno diminuire a un anno il periodo